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Sempre più giovani portieri abbandonano il calcio

E’ una costante diffusa nel mondo dilettante vedere giovani portieri appendere i guanti al chiodo in età prematura. Questo perché fino ad oggi nessuno ha tutelato la loro crescita.

E’ una verità che prima o poi doveva essere detta e ora è arrivato il momento di dirti veramente come stanno le cose.

Da quando ho iniziato a preparare i giovani portieri, all’età di 19 anni mi sono sempre concentrato sull’aspetto tecnico.

Mi presentavo al campo pieno di concetti tecnici da far ripetere fino al vomito al giovane portiere. Studiavo questi concetti sui libri, su YouTube e video di preparatori di diversa nazionalità e facevo di questi contenuti un minestrone di esercizi e proposta tecnica.

Sono andato avanti per anni, confrontandomi con diversi “colleghi” nel mondo dilettante e non solo, e così anche con i miei preparatori in prima squadra.

Tendenzialmente tutti lavoravamo così, con esercizi presi e ripresi da libri, filmati e messi in sequenza nella proposta di allenamento.

Dopo anni che preparavo i giovani portieri in questo modo vedevo effettivamente che gli errori erano sempre gli stessi, nessuno dei giovani portieri migliorava nell’impostazione della parata, nell’atteggiamento, nella personalità e soprattutto nella mentalità di essere un portiere.

Nonostante crescevano d’età, rimanevano sempre “bambini” messi in porta con il compito di parare dei palloni ed io ero lì solo a riempire un vaso di contenuti ma pieno di fori sul fondo che facevano perdere ogni mio insegnamento.

Addirittura, se mi fermo un attimo a pensare, questa cosa avveniva anche su me stesso.

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Tutti i miei preparatori avevano lavorato solo sulla tecnica asfissiante, portandomi in alcuni casi anche al vomito durante l’allenamento.

Infatti, il concetto era più uscivi stanco e provato, più significava che avevi lavorato, avevi fatto un grande allenamento.

Peccato però poi che nel mondo reale, nel momento della partita ci sono altri scenari che si presentano nella mente e nel corpo di un giovane portiere.

Questi scenari sono la gestione delle emozioni, la gestione delle interferenze esterne e la gestione della comunicazione con sé stessi, con i compagni, con gli avversari ecc.

Insomma, un lavoro extra che nel 99% dei casi non viene affrontato da un preparatore dei portieri, che sia stato super professionista, professionista, o dilettante.

L’importante è il lavoro tecnico ripetuto mille volte… prima o poi il portiere lo impara.

Però c’è un problema!!!

Se il giovane portiere non è pronto a ricevere le informazioni, come possiamo pretendere che anche se lo mettiamo lì a ripetere un gesto lo possa assimilare nel modo giusto?

Detto questo, ho smesso di avere questo approccio poco sensato per il giovane portiere e ho iniziato allora a distaccarmi totalmente da ciò che è la concezione classica e tecnica della preparazione della sua preparazione.

Pertanto, mi sono messo a studiare tutti i dati, tutti i procedimenti, tutte le procedure dell’allenamento e ho trovato delle falle nel sistema e ho capito effettivamente che al giovane portiere manca un insegnamento fondamentale prima di diventare un grande portiere:

La conoscenza di sé stesso, la creazione della sua identità, e la conseguente formazione caratteriale sia tra i pali sia nell’affrontare la vita di tutti i giorni.

Quando un giovane portiere è formato sullo sviluppo del suo vero talento, sull’accrescimento delle sue aree di miglioramento, sulla consapevolezza delle sue aree di forza allora potremo pensare di avere dei risultati nella sua crescita.

In caso contrario… ci ritroveremo tra qualche anno a dirci che abbiamo fallito.

Noi istruttori in primis e secondariamente tu come genitore che vedi sfumare tutte le tue certezze sull’allenamento di tuo figlio.

Pensavi che fosse la via corretta quella della tecnica, invece ti ritrovi in mano un vero e proprio pugno di mosche.

Dannoso più che altro per tuo figlio che dovrà gettare una volta per tutte le speranze di raggiungere il suo più grande sogno.

E in più senza aver assimilato alcuni importanti strumenti di crescita per affrontare con coraggio e fiducia questo momento buio della sua esistenza.

Insomma, falliremo perché ci saremo concentrati sul buttare addosso ad un giovane portiere tanto contenuto ma poca sostanza.

È inevitabile che ad un certo punto il giovane portiere salta letteralmente per aria.

Sbotta e dice la seguente frase: “Basta, non voglio più fare il portiere”.

Ovviamente, dice fare il portiere… perché fino a quel momento gli è stato insegnato a come fare il portiere.

Tuttavia, nessuno gli ha insegnato ad essere un portiere, a ricoprire un ruolo di responsabilità, di costruzione della fiducia in sé stesso, negli altri e nei propri mezzi.

A creare quindi un’identità che lo che lo fa stare bene anche nella vita di tutti i giorni, in quanto essere un portiere è sinonimo di leadership, carisma, positività, sorriso e appunto fiducia.

Caratteristiche che lo aiutano a condurre una vita formativa, nella quale sa affrontare le sfide con coraggio e senza paura.

Proprio come quando è in campo, davanti ad un avversario, di fronte ad una squadra fortissima ma è consapevole di avere tutta la fiducia di essere all’altezza in ogni situazione.

E tu come genitore sarai fiero di aver fatto una scelta coraggiosa che lo ha costruito come persona e poi come come un vero numero uno.

Insieme allora avrete raggiunto dei risultati straordinari:

– tu vedrai tuo figlio camminare con sicurezza e certezza con le proprie gambe in ogni momento della sua vita

– lui raggiungerà tutti i suoi sogni che fin da bambino aveva nel cuore


“Ho provato a far allenare mio figlio da diversi preparatori, da dilettanti a professionisti, ma non tornerei più indietro dalla scelta che ho fatto di farlo crescere qui da voi. Vedo con i miei occhi che sta migliorando sotto ogni aspetto, dall’ascolto, all’attenzione, alla sua sicurezza.

È questo che voglio vedere in mio figlio, perché quello che apprende qui poi lo mette in campo e nelle vita con il suo talento che esce allenamento dopo allenamento.

– Mamma di Daniel -”


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Fuoco, Forza, Fede

Daniele Rolleri

Primo Esperto in Italia nello sviluppo della leadership del giovane portiere