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I 5 fattori dello sviluppo del talento del giovane portiere

Una ricerca dimostra che la genetica non è più l’unico aspetto da considerare nella crescita di un giovane portiere, dato che sono stati individuati altri elementi che possono formare il ragazzo come un vero numero uno.

Nel calcio moderno, partendo dal calcio dilettante arrivando a quello professionistico, nella maggior parte dei casi conta solo vincere e fare risultato.

Quando parlo di un giovane portiere agli addetti ai lavori, prontamente loro mi chiedono quanto è alto, quanto sono alti i genitori e i nonni.

Capisco che per loro è una procedura di selezione se questo giovane portiere è in lizza per entrare in qualche società professionistica.

Tuttavia, alle loro domande rispondo con sincerità ma con un pizzico di amarezza.

Naturalmente, perché se come loro guardiamo solo alla genetica di un giovane portiere, ossia la struttura fisica ci impattiamo contro una realtà fatta di un unico parametro di giudizio.

In più, non è detto che più è alto, più è un portiere che di sicuro un giorno diventerà un campione.

Ti riporto un esempio banale:

Dammi un minuto e ti spiego meglio!

>> GUARDA SUBITO IL VIDEO QUI SOTTO! <<

Courtois alto 1.99cm

Navas alto 1.85cm

Quale dei due ha vinto più Champions League, Mondiali per Club e Campionati?

La risposta è Navas ovviamente, il quale attraverso altre caratteristiche che non sono quelle di una statura eccezionale ha aiutato il Real Madrid, la squadra più titolata al mondo, a vincere innumerevoli coppe e campionati.

Ciò detto, chi oggi parla ancora di genetica strutturale e ne fa uso come parametro di selezione di un giovane portiere rispetto ad un altro, anche perché uno è del primo semestre dell’anno e l’altro del secondo, sta commettendo un errore madornale.

Seguimi perché ho la soluzione che stai cercando!

Una ricerca della Scuola dello Sport del Coni e quella del professore danese Bangsbo dimostra che la genetica non è più l’unico aspetto da considerare nella crescita e nella formazione di un giovane calciatore.

Questo perché sono stati individuati altri elementi che possono formare il ragazzo per permettergli di esprimere una volta per tutte il suo vero talento.

Anche se là fuori troviamo nel 90% dei casi preparatori improvvisati che lavorano alla vecchia con esercizi che vincolano il giovane portiere a lavorare sulla sua struttura fisica per poi buttarsi da un palo all’altro per aumentare ancora di più la sua resistenza.

Tuttavia, quando arriva il momento di poter fare il salto di qualità, magari passare ad una squadra di un livello superiore, i danni ormai sono stati fatti e oltre alla statura, il talento è rimasto inespresso senza mai emergere.

E così i sogni dei ragazzi sbattono contro il muro dell’improvvisazione che li ha allenati fino a quel momento.

In più, un altro 10% dei giovani portieri non ha nemmeno la possibilità di allenarsi con un preparatore perché la società non investe nemmeno un euro per questa risorsa.

Ovviamente, condanna il giovane numero uno a passare i suoi anni d’oro dell’apprendimento ad allenarsi con la squadra e a prendere delle vere e proprie sassate da un metro dai suoi compagni quando tirano in porta.

Anche qui allora, il talento del giovane portiere si schianta contro la mancanza del rispetto del ruolo da parte di società calcistiche inadeguate.

Ma allora qual è il metodo più corretto per sviluppare il talento del giovane portiere?

I 5 FATTORI DELLO SVILUPPO DEL TALENTO DEL GIOVANE PORTIERE:

  • Genetica
  • Abilità di apprendimento
  • Capacità di resistenza agli infortuni
  • Finezza mentale
  • Leadership (auto motivazione)

La mia impressione dunque è che se più diamo strumenti ai giovani portieri per apprendere, comprendere, sperimentare, trovare soluzioni allora gli stiamo dando una conoscenza maggiore rispetto a metterli in porta e fargli fare esercizi a ripetizione senza che loro ne comprendano il senso.

Tutto questo attraverso un metodo di formazione e apprendimento che porta il giovane portiere prima di tutto a costruire un leadership con la quale gestisce ogni tipo di emozione che il ruolo manifesta in diversi modi e fasi.

In più, lo aiuta a costruire una finezza mentale che gli permette di apprendere molto più velocemente rispetto ai giovani portieri pari età e gli consente di mantenere un equilibrio emotivo che previene qualsiasi tipo di infortunio.

Infine, affina le sua abilità tra i pali immagazzinando più esperienze e di conseguenza esprime più talento in situazioni e ambienti sempre in cambiamento.

Se grazie ad un metodo di formazione completo come questo il giovane portiere migliora tutti questi parametri allora sei d’accordo con me che la sua strada verso la Serie A è molto più vicina rispetto a chi viene allenato alla vecchia o non viene allenato per niente.

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Fuoco, Forza, Fede

Daniele Rolleri

Primo Esperto in Italia nello sviluppo della leadership del giovane portiere