Caro genitore,
voglio raccontarti una di quelle storie che fanno sognare ogni giovane portiere che indossa i guanti da portiere.
Massimo Pessina, 17 anni, classe 2007; Bologna-Napoli, Serie A;
Skorupski si infortuna nei primi minuti e Ravaglia è indisponibile, quindi Il mister guarda la panchina e chiama lui: un ragazzo che quattro anni fa Inter, Milan e Atalanta si contendevano, ma che ha scelto Bologna perché qualcuno gli ha illustrato un progetto credibile.
Entra in campo contro i campioni d’Italia in carica… Fa suonare i guantoni battendo con le mani… e Respira.
Gioca la partita della sua vita.
Vittoria, clean sheet e lacrime di emozioni a fine gara.
Ma questa non è solo la storia di un talento. È la storia di cosa serve davvero per arrivare preparati al momento che può cambiare tutto.
IL TALENTO NON BASTA (E PESSINA LO SA BENE)
Massimo Pessina, campione d’Europa con l’Under 17, bergamasco doc con “cuore tenero e mani ruvide”;
ma soprattutto, è un ragazzo che ha sempre avuto chiara una cosa:
“Ho sempre la volontà di provare a migliorarmi e quale metodo migliore se non studiare dai più forti”.
I suoi idoli sono diversi, da loro ha preso spunto anche per essere migliore nel suo stile. Perché?
“Oggettivamente i portieri del calcio moderno hanno cambiato completamente il nostro ruolo.“
Mi rivolgo a te con chiarezza. Ecco il punto che voglio che tu capisca:
ALLENARE LA MENTE DEL GIOVANE PORTIERE È FONDAMENTALE.
Quando Pessina è arrivato al Bologna a 13 anni, ha confessato:
“Non è stato semplice perché ero lontano da casa per la prima volta e quindi ho avuto un periodo di ambientamento un po’ difficile.“
Ma poi? “Tutto è passato e ora mi ritrovo in Primavera, mi sono allenato anche con la prima squadra.”
Cosa è successo in mezzo?
Come si passa da “un periodo difficile”
a esordire in Serie A contro il Napoli con
personalità , sicurezza e tempismo?
La risposta è nella gestione mentale.
Quando Skorupski si è infortunato, Pessina non ha tremato.
Non si è fatto schiacciare dalla pressione. Non ha pensato “e se sbaglio?”.Â
Ha fatto quello che doveva fare: è entrato in campo e ha giocato con la sicurezza di chi sa gestire le proprie emozioni.
COSA VEDI QUANDO GUARDI TUO FIGLIO?
Ora fermati un attimo e pensa a tuo figlio.
- Ha il talento? Probabilmente sì, altrimenti non starebbe in porta.
- Si allena? Certo, magari tre o quattro volte a settimana.
- Ma… ha gli strumenti mentali per gestire il momento che può cambiare tutto?
Perché vedi, il talento porta Pessina a essere notato da squadre di prima fascia, mentre le sue abilità lo hanno portato fino in prima squadra… tuttavia è la mente che gli permette di entrare in campo in Serie A contro il Napoli e fare clean sheet.
È la mente che gli ha permesso di superare “il periodo difficile” a 13 anni lontano da casa.
È la mente che gli ha dato la forza di giocare sempre sotto età ,Â
con ragazzi più grandi, senza farsi schiacciare.
È la mente che, quando il mister lo ha chiamato,
gli ha fatto dire “sono pronto” invece di “ho paura”.
Onestamente rivedo nelle parole e nei comportamenti di Massimo le stesse abilità di diversi giovani portieri della sua età o poco meno,
che sono ad un passo da questo grande sogno.
Vicino a loro respiro la loro maturità a soli 17 anni, la loro compostezza emozionale e la forza dell’ambizione rompere ogni muro della paura.
Di fatto, solo una mente che sa gestire la pressione, che sa prendere decisioni rapide, che sa rimanere lucida anche quando tutto intorno è caos, anche senza famiglia o riferimenti.
E TUO FIGLIO GIOVANE PORTIERE È PRONTO PER REGGERE TUTTO QUESTO?
Ogni giovane portiere sogna il momento di Pessina: quel momento in cui il mister lo chiama, lo guarda negli occhi e gli dice “tocca a te”.
Ma quanti sono davvero pronti quando quel momento arriva?
Quanti hanno lavorato non solo sui riflessi, ma sulla gestione dell’ansia?
Quanti sanno trasformare “un periodo difficile” in crescita invece che in abbandono?
Quanti, quando sbagliano un’uscita in allenamento,Â
sanno rialzarsi mentalmente invece di portarsi dietro quell’errore per tutta la settimana?
Pessina a fine partita era “visibilmente emozionato”, coccolato da compagni e mister; anche Vanja, il portiere del Napoli, si è avvicinato per fargli i complimenti.
Perché? Perché tutti riconoscono quando vedono un ragazzo che non solo ha talento, ma ha carattere e una MENTE DA LEADER.
E il carattere si costruisce. Si allena.Â
La mente si fortifica con l’allenamento mentale.
COSA PUOI IMPARARE TU, GENITORE DI UN GIOVANE PORTIERE?
Se questa storia ti ha toccato, se hai pensato “vorrei che mio figlio fosse pronto come Pessina”, non solo per esordire in Serie A, ma per sentirsi sicuro per l’età che ha e per dimostrare un pò più di carattere e leadership.
È un lavoro quotidiano, strutturato, professionale.
Pessina ha studiato i migliori, si allena tra i migliori, ha lavorato sulla sua crescita e superato momenti difficili; quando è arrivato il suo momento, era pronto.
Tuo figlio merita la stessa opportunità .
Informati online sull’allenamento mentale per giovani portieri e scopri come può costruire quella forza interiore che farà la differenza quando il mister lo chiamerà dalla panchina e gli dirà “tocca a te”.
Perché il talento apre le porte ma è la mente che ti fa consolidare, sulla schiena e nella vita, il numero uno da leader..
Fuoco, Forza, Fede
Daniele Rolleri
Il primo esperto in Italia nell’allenamento mentale per il giovane portiere
