SIAMO ALLA FRUTTA…L’Italia fuori dai mondiali contro la Macedonia
Articolo lungo ma che vale la pena leggere per essere consci di quello che sta succedendo davvero.
Sono anni ormai che racconto come il sistema di formazione dei giovani calciatori e soprattutto dei portieri in Italia non è funzionale ad avere un futuro roseo per le nuove generazioni.
Con la pandemia poi il livello di formazione si è abbassato drasticamente sotto lo zero, raggiungendo scenari imbarazzanti anche in società che vantano riconoscimenti di campionati di un certo livello.
Chiaramente, posso risultare severo ma il mio compito è sempre stato quello di dire la verità e raccontarla ogni giorno per non essere il primo a sbagliare ma a dare soluzioni alle società di calcio (dilettantistiche e professionistiche), ai genitori e ai giovani portieri.
Di fatto, girando il mondo (in questo momento sono a Dubai), tra l’Inghilterra, la Francia e gli Stati Uniti vedi come la cultura dello sport parte dalle scuole.
Dove, sin dai primi passi i ragazzi hanno professori qualificati, che escono da Università come le nostre di Scienze motorie, mentre noi NON ABBIAMO PALESTRE ed INSEGNANTI LAUREATI IN SCIENZE MOTORIE che coprano la domanda di bambini e ragazzi che devono svolgere l’educazione fisica.
In più, hanno strutture all’avanguardia con centri sportivi multisport e/o focalizzati solo per il calcio (nel nostro caso), con palestre private, campi in erba sintetica di ultima generazione, impianti di illuminazione straordinari e campi in erba meravigliosi.
Invece, da noi abbiamo ancora campi sintetici vecchi di 15/20 anni con il cemento che si intravede tra i fili d’erba artificiale e campi di calcio senza illuminazione.
Mi ricordo di aver vinto un campionato di Promozione a 18 anni, dove per una stagione intera ci siamo allenati come squadra nel lato destro del campo grazie alla luce di due lampioni della luce.
Ed oggi, nel 2022 le situazioni non sono cambiate per niente, ancora vivo e vedo queste condizioni e centri sportivi abbandonati.
Inoltre, i formatori all’estero lavorano per le società di appartenenza. Hanno stipendi che gli permettono di vivere di calcio e di formazione dei giovani calciatori.
Noi invece, anche se siamo qualificati Uefa C possiamo chiedere al massimo alle società 250€ al mese come compenso per 4/5 impegni alla settimana con i bambini e ragazzi.
Ma ti dico che è giusto così, perché NOI NON ABBIAMO LA CULTURA DELLA FORMAZIONE DAL BASSO.
Non abbiamo la cultura dell’attesa, delle competenze dei giovani allenatori, tanto meno dei giovani calciatori.
- Quindi di cosa ci meravigliamo davvero?
- Che giocatori e allenatori milionari falliscono un grande obiettivo?
- Che queste persone non onorano la nazione e la maglia che indossano?
Ma parliamoci chiaro! Loro stanno lavorando.
Stanno dando il loro meglio per portare a termine un lavoro, proprio come fai tu quando ti alzi al mattino, prendi la macchina, lavori e fai del tuo meglio.
Se la giornata va bene torni a casa dalla famiglia contento.
Al contrario se hai sbagliato qualcosa torni a casa un po’ frustrato ma il giorno dopo devi alzarti ancora e dare il tuo meglio per tenerti il tuo lavoro e portare a casa lo stipendio.
Ovviamente, chi lavora bene con una missione nel cuore, del far cambiare tutte queste cose, sono una goccia nel mare.
Chi lo fa e opera in questo modo, migliora la vita dei loro giovani portieri e calciatori e fanno la differenza ogni giorni per illuminare la loro strada, scaldare il loro cuore, e cullare i loro sogni.
Come me, mettono in primo piano la loro EDUCAZIONE e la loro FORMAZIONE per creargli un’identità da LEADER POSITIVI.
Lo facciamo insegnando quello che conosciamo ma soprattutto trasmettiamo quello che siamo, PROFESSIONISTI VERI.
Ecco, proprio da qui dobbiamo RIFONDARE IL SISTEMA.
Partire da chi ha UNA MISSIONE NEL CUORE, non la passione del calcio.
Questo in Italia ce l’hanno tutti, anche chi non ha mai calpestato un campo di calcio.
Ripartiamo allora da professionisti veri, da METODI PROFESSIONALI di FORMAZIONE:
- stimolare e migliorare la leadership positivi dei giovani portieri e calciatori
- incrementare le loro competenze emotive
- aumentare il loro livello culturale per essere pronti anche ad esperienze all’estero anche in giovane età
- sfruttare tutti i loro punti di forza e volare in un futuro migliore
Se invece ce la raccontiamo ancora che noi italiani nella difficoltà ce la facciamo sempre, falliremo ancora e ancora. Altro che 12 anni senza mondiali, saranno molti di più, rovinando il sogno a chi oggi sogna di giocarci un giorno.
E al momento si può solo associare a giocatori stranieri, perché gli italiani sono in vacanza a Formentera.
Buon calcio a tutti e viva la formazione professionale.
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Forza, Fuoco, Fede
Daniele Rolleri
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