Sembra una persecuzione quella dei compagni di squadra verso giovani portieri di talento che al primo errore vengono attaccati brutalmente come se la colpa della sconfitta fosse sempre e solo la loro.
Nel calcio moderno, partendo dal calcio dilettante arrivando a quello professionistico, nella maggior parte dei casi conta solo vincere e fare risultato.
Il come si ottiene il risultato e al cosa succede all’interno del campo e non solo, non viene minimamente calcolato.
Questa esasperazione al risultato genera un clima di agonismo sfegatato all’interno dello spogliatoio e nell’animo della squadra.
Tanto da dare potere ad ogni singolo giocatore di potersi esprimere come vuole e contro chi vuole.
Senza che l’allenatore riesca ad avere il controllo totale di ogni loro azione.
Pertanto, nel marasma generale il giovane portiere è quello che ha meno difese, in quanto è isolato dalla squadra se si allena con il preparatore o è lasciato per molto tempo da solo a buttarsi a terra nell’angolino del campo.
Dammi un minuto e ti spiego meglio!
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Naturalmente, nel momento in cui affronta la partitella in allenamento e ad ogni goal subito viene rimproverato dai compagni con frasi:
- “È una palla lenta, la prendevo pure io”
- “Mamma mia quanto sei scarso”
- “È colpa tua se perdiamo”
- “Smettila di fare le papere”
- “Anche oggi ci hai fatto perdere”
- “Fai un altro sport”
Chiaramente, le prese in giro continuano anche nello spogliatoio e questo comportamento dei compagni di squadra manda in completa frustrazione il giovane portiere, il quale torna a casa con la faccia triste e muto come un pesce.
Tu non riesci a farci nulla, non riesci a comprendere tuo figlio perché non ti dirà mai quello che succede veramente in campo.
Rimani solo inerme nel vederlo triste, bloccato e insicuro il giorno che deve andare all’allenamento.
La cosa interessante avviene poi quando c’è la partita, dato il clima teso, il giovane portiere preferirebbe essere da tutt’altra parte piuttosto di mettersi in macchina e dirigersi al campo.
Tuttavia, è il portiere della squadra ed ha la responsabilità di esserci e dare il massimo per esprimere il proprio valore.
Ecco però che al primo goal subito, nonostante ce la stia mettendo tutta per dare il massimo, i compagni si avvicinano a lui e invece di incoraggiarlo per riacciuffare il pareggio tutti insieme, lo affondando definitivamente, lasciandolo completamente da solo.
Da quel goal fino al fischio finale la squadra è come se avesse giocato senza portiere e allora l’allenatore a quel punto si sente in diritto di rimproverare il giovane portiere per la prestazione insufficiente.
Tu stanca di vederlo triste allora provi a chiedere chiarimenti al preparatore, al mister, alla società ma l’unica risposta che puoi avere è quella che deve arrangiarsi lui ad avere carattere e che non possono farci niente.
Ovviamente, a questo punto anche se il giovane portiere ha un grande talento attraverso un comportamento del genere da parte della squadra non potrà mai esaltarlo e mostrarlo davvero come merita.
Infine, non ci sarà da sorprendersi se dopo qualche partita, si avvicina a te e dice: “Mamma/Papà, non voglio più fare il portiere”.
Tu assecondi la sua scelta pensando che sia una sua decisione ponderata e volti pagina aspettando che ti chieda di fare altro.
Però c’è un problema!
Vogliamo davvero far vincere questo comportamento assurdo all’interno di una squadra di calcio o vogliamo trovare una soluzione concreta per far vivere al massimo il ruolo del portiere a tuo figlio?
Come proteggere il giovane portiere dall’invidia dei compagni di squadra
La prima cosa da fare è fermarci, capire esattamente quali sono i suoi punti di forza nella sua vita personale e poi in quella sportiva.
Con un atteggiamento più consapevole allora potrà affrontare i compagni con più carisma e responsabilità.
Piano piano con il tempo, potrà dimostrare con l’esempio tutto il suo valore, allontanando per sempre ogni forma di invidia.
Voglio dire che se lavora e cresce con la consapevolezza del suo talento e delle sua capacità di leadership, allora saprà condurre prima sé stesso e poi i compagni di squadra al successo collettivo.
Ciò detto, quello che vedrai tu come genitore sarà quello di riconoscere in lui un grande passo in avanti nel gestire e trasformare situazioni non desiderate e sgradevoli in situazioni desiderate, grazie alla sua capacità di analisi e coinvolgimento positivo.
Solo così allora potrà esprimere tutto il suo talento e continuare a sognare di diventare un vero portiere di Serie A.
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Fuoco, Forza, Fede
Daniele Rolleri
Primo Esperto in Italia nello sviluppo della leadership del giovane portiere