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Come sbloccare le emozioni del giovane portiere quando non riesce ad esprimere il suo vero potenziale

Uno dei problemi che riscontra un giovane portiere in un ruolo di grande responsabilità é quello di bloccare le emozioni. Per la paura di risultare o troppo esuberante o troppo timido, correndo il rischio di limitare quasi al 100% il suo talento.

Quello del portiere è un ruolo affascinante, emozionante, rischioso, adrenalinico ma allo stesso tempo può essere frustante, demotivante e noioso.

Tutto dipende da come lo vive il giovane portiere.

Soprattutto da come gli è stato insegnato a vivere il ruolo del portiere appunto.

Molto spesso ancora oggi mi ritrovo di fronte giovani portieri completamente ghiacciati nelle loro emozioni. Come se avessero un blocco che gli parte da sotto la gola, passando per la zona del cuore, arrivando infine fino alla pancia.

Insomma, sto parlando di tutta quella zona irrazionale che fa di un portiere l’essenza, la particolarità, la differenza, il talento.

Sono troppi i giovani portieri costruiti solo a livello razionale, a livello tecnico, i quali nel momento in cui iniziano a trovarsi di fronte a delle situazioni che richiedono un pizzico di emotività iniziano ad andare in corto circuito.

E’ naturale questo, per un motivo molto semplice!

Dammi due minuti e te lo spiego meglio.

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Immagina di essere davanti al computer ed essere incaricato nel programmare un sistema operativo.

Fai calcoli matematici, strutturi il codice, crei connessioni complesse tra i componenti.

Insomma, un lavoro che richiede tante ore e un percorso lungo e difficoltoso.

Tuttavia, alla fine ce la fai. Sei soddisfatto del tuo lavoro e fai partire il tuo computer con il tuo sistema operativo.

Il computer gira bene, naviga in internet, fa partire i programmi velocemente…

Wow… una bomba di sistema operativo, ti dici.

Però c’è un problema!!!

Navigando in internet il tuo sistema operativo si imbatte costantemente contro dei virus che vogliono danneggiare il sistema, con l’obiettivo finale di controllare la tua macchina.

Ovviamente, molto spesso, se non hai creato alla base un sistema anti virus potente, il tuo sistema viene completamente invaso e il virus prende il controllo della tua macchina e smantella, riduce in polvere tutto il tuo sistema mandando all’aria ore, mesi e anni di lavoro duro.

Chiaramente, nel giovane portiere accade la stessa identica cosa.

Se allenato solo sulla parte razionale, ossia sull’apprendimento tecnico, non potrà mai conoscere quali sono gli attacchi che possono arrivare sia dall’interno, dalle proprie emozioni, e sia dall’esterno.

Quelle interferenze date da urla di allenatori, insulti di compagni di squadra dopo un errore, grida di genitori scontenti in tribuna.

Naturalmente, il giovane portiere subisce tutti questi attacchi e non conosce esattamente come gestirli e superarli per ritornare in campo con fiducia.

Gli attacchi interni ed esterni si sono impadroniti della sua macchina, del suo motore, del suo centro di comando e governano il suo “nuovo modo” di fare il portiere.

Questo crea un giovane portiere bloccato nelle sue emozioni e soprattutto bloccato nell’esprimere il suo vero talento, sia come portiere sia come ragazzo nella sua vita di tutti i giorni.

Ciò detto, abbiamo una grande responsabilità quando io e te, vediamo tuo figlio vivere questi momenti di frustazione, disagio e insicurezza.

Forse è arrivato il momento di cambiare la prospettiva di come si cresce un giovane portiere, in un ruolo che richiede grande capacità emotiva, cognitiva in primis e poi di esperienza tra i pali.

Se cambiamo la visione allora possiamo iniziare a fare un percorso di crescita caratteriale che lo aiuta a sciogliere prima di tutto quel pezzo di ghiaccio che controlla il suo centro di comando.

Di seguito, impariamo gli strumenti per gestire tutto ciò che il ruolo ci butta addosso, sia per non conoscenza di altri addetti ai lavori, sia per quello che il ruolo richiede appunto:

– la gestione delle proprie emozioni
– la conoscenza delle proprie aree di miglioramento
– la consapevolezza dei propri punti di forza
– la gestione dell’errore
– il superamento di un calo di attenzione
– e molto altro ancora

Quello di cui ha bisogno tuo figlio è di trovare qualcuno che ha il coraggio guidarlo a fargli vivere tutte le emozioni che il ruolo richiede, anche quelle più scomode, che possono far male.

Tuttavia, nel lungo periodo lo aiuteranno a respirare a pieni polmoni, a cuore libero.

Leggero nei pensieri, nei movimenti e sicuro di sé tra i pali di una porta di calcio e non solo.

Chiaramente, si elimina definitivamente quello che fino ad oggi governa il suo centro di comando. La sua vita migliora anche fuori dal campo, in cui riesce a dimostrare il suo vero talento anche nella vita di tutti i giorni.

Il beneficio che ne puoi ottenere tu allora è di aver investito al meglio il tuo tempo nella sua crescita. E quando sarà grandicello ti stimerà ancora di più perché capirà davvero il grande impegno chi ci hai messo per farlo diventare una persona migliore.

E lui allo stesso tempo farà dei passi da gigante e saprà gestire e determinare la sua vita con delle scelte sane che lo aiuteranno a raggiungere il suo più grande sogno: diventare un portiere professionista.

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Daniele Rolleri

Primo Esperto in Italia nello sviluppo della leadership del giovane portiere