
Svelati i dubbi di un genitore sul pensiero che più un giovane portiere è alto e più ha possibilità di arrivare a giocare nel calcio che conta.
Attraverso un botta e risposta tra me e un genitore di un piccolo numero uno voglio esprimerti tutti i miei pensieri in merito a quanto deve essere alto un giovane portiere per essere considerato un giocatore promettente.
Dammi qualche minuto e ti spiego tutto!
Genitore X: Ciao Daniele, ho letto una classifica dei migliori portieri e ho visto che in cima ci sono portieri come David Raya e Yann Sommer, che non sono tra l’altro i più alti dei loro colleghi numeri uno. Anche Guillermo Ochoa è stato citato spesso come uno dei più affidabili, nonostante la sua altezza; come è possibile che questi portieri riescano a competere ai massimi livelli quando si dice sempre che l’altezza è fondamentale per un giovane portiere?
Daniele: Ciao, questo è un argomento molto interessante e in realtà ci dimostra come il calcio moderno stia sfidando molte convinzioni del passato. L’idea che un portiere debba essere necessariamente altissimo per avere successo sta cambiando, e questo è proprio quello che dimostrano giocatori come Raya, Sommer e Ochoa. Non sono giganti in termini di altezza, ma ciò che li distingue è la loro mentalità e preparazione psicologica. Il segreto sta tutto lì: una mente forte e ben allenata può compensare qualsiasi aspetto fisico.
Quando guardiamo questi portieri vediamo che, pur non essendo altissimi, sono eccellenti nella gestione del gioco e nella capacità di leggere le situazioni. Non parliamo solo di riflessi o capacità di parata, ma di veri leader che sanno come prendere decisioni cruciali in momenti di grande pressione.
Genitore X: Come mai allora nelle società professionistiche e dilettantistiche c’è ancora il “vecchio pensiero” che il giovane portiere deve essere già alto nelle giovanili se il calcio moderno si sta spostando verso la tendenza che abbiamo detto qui sopra?
Daniele: La tua domanda è opportuna ed onestamente sorprende pure a me questa smania di voler il portiere alto.
Ma ti devo dire una dura verità!
Vedi, alcuni responsabili dei settori giovanili devono far fronte alle richieste del Presidente, che spesso vuole a tutti i costi giovani portieri alti rivenderli il più velocemente possibile e quindi fare cassa.
Ovviamente lo scopo è quello di riuscire a portarne uno o due in prima squadra con il passare del tempo, per poi a loro volta essere ceduti portando soldi nelle casse della società.
Genitore X: Quindi mi stai dicendo che stiamo parlando di “CENTIMETOCRAZIA” invece di merito sportivo vero e proprio che ricalca nel talento e nella qualità del giovane portiere?
Daniele: Può essere che in alcuni casi le cose stiano così, tuttavia non ci metterei la mano sul fuoco e, allo stesso tempo, voglio dare fiducia e speranza in questo “nuovo” calcio che vede favorire la LEADERSHIP e la velocità delle scelte piuttosto dei centimetri.
Genitore X: Quindi, se mio figlio non è particolarmente alto, ha comunque una possibilità di diventare un grande portiere?
Daniele: Assolutamente! Sia voi genitori che i ragazzi dovete capire che l’altezza non è un limite insormontabile. Certo, può essere un vantaggio in alcune situazioni, ma ciò che conta davvero è la capacità di dominare la propria area e prendere decisioni sicure. Guardiamo Sommer e Raya: giocano nei campionati più competitivi d’Europa, la Serie A e la Premier League, e non sono affatto i più alti. Eppure, sono tra i migliori proprio perché hanno sviluppato una grande mentalità.
Genitore X: Nessuno ci aveva mai detto queste cose altrove, di solito ci si concentra principalmente sugli aspetti tecnici…
Daniele: Noi crediamo che formare un portiere significhi anche formare una persona più forte, capace di affrontare il mondo del campo ed esterno. Quando un giovane capisce che il successo non dipende solo dalle proprie qualità fisiche ma anche da come gestisce le emozioni e prende decisioni, allora fa un enorme salto di qualità.
Nella nostra metodologia la capacità di reazione rapida, di fare scelte difficili e la formazione di leadership sono cose essenziali. Lavoriamo con i ragazzi per farli diventare padroni del loro destino, insegnando loro che anche gli errori possono essere una grande opportunità di crescita. Quando un giovane portiere sbaglia, deve essere in grado di rialzarsi subito e di fare meglio la prossima volta. Questa è la mentalità che distingue i migliori, ed è quella che fa la differenza in campo, indipendentemente dal proprio fisico.
Genitore X: E come fate a lavorare su queste qualità con i giovani portieri?
Daniele: Beh, tutto parte dalla consapevolezza che il portiere è un ruolo unico, sia dal punto di vista tecnico che mentale. Nella nostra formazione, non ci limitiamo a lavorare su parate e uscite, ma mettiamo i ragazzi in situazioni di stress, in cui devono prendere decisioni alla svelta. Questo li aiuta a sviluppare la calma e la capacità di affrontare le cose con lucidità.
Un aspetto su cui insistiamo molto è la resilienza emotiva: un buon portiere non è solo colui che para bene, ma colui che sa reagire subito dopo un errore. Guardiamo a Ochoa, per esempio. Ha giocato in contesti difficili, sia a livello di club che con la nazionale messicana, e ha sempre saputo mantenere la sua efficacia e calma, anche quando il mondo sembrava crollargli addosso. Questo tipo di forza interiore è ciò che cerchiamo di insegnare ai nostri giovani.
Utilizziamo di fatto un metodo che lavora sulla personalità e sulla forza di rialzarsi dei nostri ragazzi. Li prepariamo ad affrontare non solo le difficoltà di una partita, ma anche quelle della vita. Essere un portiere significa essere in grado di gestire le situazioni più difficili, di mantenere la calma quando tutto intorno sembra avercela con te. Ed è questa forza mentale che aiuta giocatori come quelli da te citati a rimanere ai vertici, anche se non sono i più alti.
Genitore X: E se mio figlio non dovesse arrivare a giocare nei migliori campionati… questo percorso servirebbe comunque?
Daniele: Beh sì! Non formiamo solo atleti, ma anche persone migliori. Anche se tuo figlio non dovesse mai giocare in Serie A o Premier League, ciò che imparerà durante questo percorso gli servirà per tutta la vita. Stiamo parlando di competenze che vanno oltre il calcio.
Il nostro obiettivo è far sì che ogni ragazzo che si forma con noi esca con più fiducia in sé stesso, più consapevolezza delle sue capacità e più forza mentale. Per noi, non è importante solo il successo sportivo, ma soprattutto quello umano. E questo, come hai visto da esempi come Sommer, Raya e Ochoa, non dipende affatto dalla propria altezza.
Ora immagina tuo figlio come un portiere che non si lascia abbattere dagli ostacoli, un vero leader che sa come reagire sotto pressione, proprio come i grandi campioni di cui abbiamo parlato. Non serve essere giganti per dominare la porta, ma serve una mentalità d’acciaio.
Se vuoi scoprire come vedere con i tuoi occhi, una volta per tutte, il Metodo di Allenamento Mentale per il Giovane Portiere, allora il mio invito è quello di far partecipare tuo figlio al Portiere Day del 1 novembre a Bergamo.
Per sapere come poterlo iscrivere, chiama ora il mio staff al numero 3505205325.
Oppure clicca qui e scopri più informazioni sull’evento: www.portiereday.com.
Fuoco, Forza, Fede
Daniele Rolleri
Il primo esperto in Italia nella formazione e nell’allenamento mentale per il giovane portiere