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IL METODO CRESCERE PORTIERE NON È PER TUTTI

Il metodo di allenamento mentale per i giovani portieri ha efficacia solo su una tipologia specifica di numero uno.

“Mio figlio non ha trovato utile la preparazione mentale.
A me, come mamma, non ha trasmesso nulla.
L’impressione è che sia solo qualcosa di commerciale.”

Quella che hai appena letto è una riflessione di una madre dopo che suo figlio ha partecipato ad uno dei nostri eventi.

É la risposta ad un nostro messaggio in cui chiedevamo evidenze dei motivi dietro le difficoltà del figlio, sempre rigido e poco sorridente durante le giornate di evento, oltre ad un pessimo atteggiamento poco produttivo con cui ha affrontato tutti i nostri lavori di formazione; il nostro è stato un messaggio lecito per capire se ci fosse qualche influenza da parte della famiglia e se ci fossero già pregiudizi prima della partecipazione.

Insomma, una richiesta di “aiuto” al genitore, al suo mentore, per aiutare il giovane portiere partecipante ad esprimere davvero e con naturalezza i propri talenti personali e sportivi.

Tutto reale!
Dammi qualche minuto e ti spiego meglio.


Prova ad immaginare il motivo per il quale una madre abbia inviato un messaggio di quel tipo, così stizzito e pieno di risentimento.

La mia impressione è che avesse delle pretese errate sulla metodologia di allenamento mentale e senza esitazione abbia affidato completamente a noi la risoluzione di queste sue aspettative per il figlio.

Durante le sessioni di allenamento mentale, sono riuscito a percepire in lui diverse problematiche:

La rigidità, l’essere introverso, il non lasciarsi mai scappare un sorriso sincero tra le labbra, la comunicazione e il coinvolgimento con gli altri ragazzi che stavano vivendo l’esperienza insieme a lui.

Insomma, qualsiasi fosse il desiderio della madre,
stiamo parlando di qualcosa che è impossibile esaudire
in così poco tempo quando dentro di lui ci sono tante “imposizioni”,
catene dalle quali è difficile liberarsi.

L’altra cosa importante da comprendere è che i nostri eventi di formazione non sono i classici camp di calcio, ovvero esperienze da una giornata e via che mettono insieme una serie di esercizi raffazzonati e improvvisati il cui obiettivo finale è puramente ludico.

È una metodologia, un percorso fatto di fatiche, un allenamento dalla struttura calibrata che richiede tempo, costanza e un’idea chiara di cosa significa davvero temprare la mente di un giovane portiere.

E chiaramente, quando vengono toccati nervi scoperti, fa male, fa scattare una corazza di protezione.

E le due cose che possono fare un giovane portiere e un genitore sono:

  1. Scappare: fuggire di fronte alle difficoltà e denigrare il lavoro di numerosi formatori che fanno del loro mestiere una missione di vita per migliorare le condizioni caratteriali, fisiche e le abilità tra i pali di centinaia e centinaia di giovani portieri…
    escludendo peraltro anche la possibilità di far migliorare il proprio figlio.
  2. Pensare, riflettere, credere alla bontà di quello che viene insegnato Costa fatica accettare che ci sono aree di miglioramento sia personali che sportive, aree che fanno mettere in dubbio sé stessi;
    questo è un aspetto che deve venire considerato sia dal giovane portiere che dal suo genitore, che umilmente si mette in gioco per capire come svilupparsi in primis nel suo ruolo di mentore e poi come persona, per essere più efficace in contesti o esperienze simili.

QUINDI… SE IL PROBLEMA NON FOSSE IL METODO MA L’ATTEGGIAMENTO CON CUI IL GENITORE LO VIVE E AFFRONTA?

E le due cose che possono fare un giovane portiere e un genitore sono:

1. Quelli che ascoltano, si mettono in gioco, provano ad applicare ciò che imparano e sono disposti a lavorare su sé stessi, conoscendo la fatica e la forza per affrontarla.

2. Quelli che restano rigidi, passivi, aspettandosi una trasformazione immediata senza fare nulla per ottenerla e fermandosi alla prima difficoltà.

E lo stesso vale per i genitori.

C’è chi capisce che la crescita mentale è un sentiero fatto di più tasselli, che bisogna avere il coraggio e la determinazione di affrontare con il giusto ordine e i tempi corretti per vedere cambiamenti reali.

Poi c’è chi, dopo un solo evento, pensa di poter già valutare se tutto “funziona o meno”: sono convinti che si tratti di una pillola magica e non di un un programma di allenamento mentale strutturato nel tempo attorno alle esigenze del figlio.

“Ma davvero servono questi allenamenti mentali?
A mio figlio non è piaciuto”

“Basta farlo giocare di più per migliorare”

“Questa roba è solo teorica, in una partita non serve a nulla.”

Queste sono frasi che sento più spesso di quanto vorrei.

Frasi di questo tipo a volte sono il motivo per cui dei giovani portieri rimangono a corto di determinazione, insicuri, instabili, incapaci di reagire davanti a un errore sia in campo o nella vita, banalmente perchè non sono messi nelle condizioni adatte al loro miglioramento.

Se il genitore non cambia mentalità non lo farà neanche il figlio,
non avrà mai la forza per migliorare sé stesso.

🔴 Proviamo ora a fare un parallelo:

Manderesti mai tuo figlio ad UNA SOLA sessione di allenamento tra i pali e poi, vedendo che non ha ancora abilità eccelse, diresti che quella preparazione è inutile?

NO!

E allora perché credere che UNA SOLA esperienza di allenamento mentale per il giovane portiere possa trasformarlo in un leader in campo?

Perché alcuni faticano a comprendere che anche la mente si allena, con gli stessi principi dell’allenamento fisico o tra i pali di una porta: esercizi ripetuti, continuità, strategie su misura.

La ricerca nel campo dell’allenamento mentale nello sport è chiara: gli atleti che si allenano mentalmente con continuità mostrano miglioramenti concreti nel carattere, nella leadership, nella gestione dello stress, nella fiducia in sé stessi e nelle performance.

Non c’entra il talento, ma l’abitudine e il metodo: la mente migliora attraverso la formazione e la ripetizione…

…E soprattutto con il TEMPO.

Senza tempo e costanza
l’allenamento mentale perde efficacia e, per riprendere un mio motto:
“È nell’allenamento che c’è il miglioramento”

IL METODO CRESCERE PORTIERE NON È PER TUTTI…
ED È GIUSTO COSÌ!

Il Metodo è un percorso, non un evento isolato.
– Non è per chi cerca la soluzione veloce.
– Non è per chi si aspetta che basti partecipare una volta per trasformare il proprio figlio in un leader.
– Non è per chi pensa che un’ora di allenamento mentale valga meno di un’ora di allenamento fisico.

È per chi ha capito che crescere come Numero Uno richiede impegno, continuità e una mentalità aperta al cambiamento e al duro lavoro.

Questa mentalità deve partire anche dai genitori.

Chi non è pronto a capire che la crescita mentale del figlio richiede TEMPO non troverà mai valore in quello che faccio e nel metodo che ho creato, così come in qualsiasi altro metodo di formazione della leadership.

In cambio il figlio rimarrà lo stesso dentro e fuori dal campo,
nel bene e nel male.

LA SCELTA È TUA. COSA SUCCEDEREBBE SE TUO FIGLIO INIZIASSE CON L’ALLENAMENTO MENTALE PER IL GIOVANE PORTIERE:

Se tuo figlio iniziasse un vero percorso di allenamento mentale, nel tempo vedresti un cambiamento che va ben oltre il semplice ruolo del portiere.

Immaginalo tra qualche mese, con una postura più sicura tra i pali, la voce più ferma quando chiama il pallone, lo sguardo di chi non aspetta il momento giusto per agire, ma lo crea.

L’insicurezza che lo bloccava in campo comincerebbe a dissolversi, sostituita da una maggiore presenza e dalla capacità di guidare la squadra con autorevolezza. Ogni errore non sarebbe più vissuto come una condanna, ma come un’opportunità per migliorarsi, una lezione da trasformare subito in azione.

Tuo figlio non sarebbe più il portiere che abbassa la testa dopo un gol subito, che si chiude nel silenzio quando le cose si fanno difficili. Sarebbe quello che, anche dopo un errore, sa come reagire, sa come parlare alla squadra, sa come trasformare la pressione in energia positiva.

Ma il cambiamento non si fermerebbe lì.

Questa mentalità lo accompagnerebbe anche fuori dal campo, nella scuola, nei rapporti con gli altri, nelle piccole e grandi sfide della vita quotidiana. 

Perché chi impara a gestire le emozioni, a credere nelle proprie capacità, a costruire fiducia giorno dopo giorno,
non diventa solo un portiere migliore.
Diventa una persona più forte.

Questa è la differenza tra chi aspetta di migliorare e chi decide di farlo davvero.

Questa è la differenza tra chi vive le difficoltà come scuse e chi le usa per crescere.

Questa è la differenza tra chi rimane fermo e chi sceglie di avanzare.

La scelta è tua.

QUINDI SEI PRONTO A DARE A TUO FIGLIO CIÒ DI CUI HA DAVVERO BISOGNO?

Se pensi che tuo figlio abbia già dentro di sé la voglia di crescere, se sei pronto a dargli un’opportunità vera, allora il Metodo Crescere Portiere è il percorso di formazione giusto per lui.

Le preiscrizioni agli eventi Crescere Portiere 2025 sono aperte.

Contattami al 350 520 5325 o scrivimi a [email protected] per prenotare il suo posto.

Fuoco, Forza, Fede

Daniele Rolleri
Primo esperto in Italia nell’allenamento mentale per il giovane portiere