QUAL È LA DIFFERENZA TRA DIVERTIMENTO E CRESCITA NELL’ALLENAMENTO DEL GIOVANE PORTIERE

Individuati gli strumenti per migliorare una volta per tutte gli aspetti fisici, comportamentali e caratteriali dei giovani numeri uno nei centri di allenamento italiani.

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Attualmente nello scenario italiano relativo alle capacità motorie dei giovani compresi tra i 7 e i 17 anni è preoccupante notare come la maggior parte di loro abbia difficoltà nelle basi della pratica sportiva.

Basi che comprendono appunto la coordinazione, la postura, la resistenza e la forza.

Una ricerca italiana dimostra che la forma fisica dei nostri ragazzi peggiora di anno in anno. Difatti, per dare un dato, sei 15enni su 10 non hanno forza nelle braccia e dimostrano poca resistenza agli sforzi fisici.

Ecco un estratto dal sito corriere.it (trovi l’articolo completo cliccando qui):

“La capriola ormai è un problema serio. «In prima media — racconta Sergio Dugnani, docente di Scienze del Movimento all’Università di Milano — due ragazzi su tre non sanno eseguire una capovolta in avanti: si bloccano, contorcono, accasciano su un fianco. Un tempo la capovolta si apprendeva in maniera naturale giocando, tra i 6 e gli 8 anni, dopo aver imparato a rotolare e strisciare. Doverla insegnare a ragazzi di 11-12 anni che pesano già 40 chili significa recuperare un ritardo». Rincara la dose Annalisa Zapelloni, decano dei docenti di educazione fisica romani: «La scomparsa del gioco di strada ha provocato danni incalcolabili. Chi non si è mai arrampicato su un albero o su un muro non ha forza nelle braccia e nelle gambe ed è privo del senso dell’equilibrio. Vedo ragazzini in difficoltà se chiedi loro di saltare a piedi pari una riga disegnata sul pavimento. Non sono disabili: semplicemente non l’hanno mai fatto».

In aggiunta è da considerare l’aspetto coordinativo completamente assente quando parliamo di ragazzi che affrontano il ruolo del portiere.

Se la resistenza e la forza sono una conseguenza della pratica costante dell’allenamento, la coordinazione e la postura sono aspetti fondamentali qualora si decida di essere un numero uno.

Insomma e un pò come quando ti dico che per fiondare nel professionismo e rimanerci, prima bisogna costruire un carattere e una personalità da leader e poi un aspetto tecnico sopra la media.

Sull’aspetto della crescita di un giovane portiere pertanto è fondamentale essere focalizzati prima sulla coordinazione e la postura e poi sulla pratica dell’allenamento.

Tuttavia c’è un problema enorme!

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DOCUMENTO SEGRETO SVELA UNA CRUDA VERITÀ SULLA CRESCITA CARATTERIALE DEL GIOVANE PORTIERE

Resa pubblica un’analisi tra i fondatori che fotografa l’evoluzione del metodo dalla sua nascita fino al suo consolidamento nei centri di allenamento.

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Sono diverse notti che non chiudo occhio per quello che ne é uscito durante un’analisi sull’andamento del Metodo di allenamento per la crescita caratteriale dei giovani portieri.

Nella mia testa si incrociano continuamente croci rosse e spunte verdi, proprio quelle che vedrai incasellate tra poco nelle varie parti di una tabella che ho preparato per te.

E persino in questo momento mi fanno venire la pelle d’oca, in quanto raccontano una verità che continua a stupirmi.

Dammi un secondo e ti spiego il perchè!

Partiamo dal presupposto che là fuori tutti fanno parare i giovani portieri in un campo di calcio, compresi noi.

Cosa c’è allora di nuovo esattamente?

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PERCHE’ E’ UTILE ABITUARE IL GIOVANE PORTIERE A SOGNARE IN GRANDE

Finalmente individuato il binomio perfetto dello stimolo dell’immaginazione del ragazzo verso scenari meravigliosi e l’insegnamento della grande abilità di rimanere impiantato alla realtà con lucidità.

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In un contesto come quello di oggi in cui un giovane portiere è abbandonato nell’angolino più remoto del campo di gioco, mentre i compagni di squadra corrono e giocano felici, la prima cosa che mi viene in mente è:

“A cosa sta pensando in questo momento il giovane numero uno?”

Le risposte possono essere diverse ma la cosa interessante è che nonostante sia lasciato solo con sé stesso, non c’è nessuno che lo coinvolge in un’attività, in un esercizio.

Rimane lì anche delle mezzore a palleggiare con il pallone tra le mani, a fare dei passaggi sbattendo la palla contro la recinzione del campo oppure a tirare in porta da solo, andando addirittura a riprendersi la palla e ripetere i tiri fino a quando non si stanca.

Vive questi momenti di profonda tristezza a causa dell’incapacità degli allenatori e della società di saperlo coinvolgere con esercizi mirati sul giovane portiere all’interno del contesto squadra, o affidare le sue doti naturali ad un preparatore dei portieri.

Penso anche che nel momento in cui tu paghi una retta annuale sarebbe un tuo diritto avere a disposizione il massimo per contribuire alla crescita tecnica e caratteriale di tuo figlio.

Tuttavia, anche se paghi, molte volte quando arrivi al campo ti ritrovi tuo figlio là da solo all’interno dell’area di rigore e ti sale un pò di malinconia per lui, quasi da voler entrare sul terreno di gioco e iniziare a calciargli in porta per fargli fare qualche parata, come un vero portiere.

Sembra una cosa ridicola… in realtà ti sto raccontando effettivamente la verità.

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